Pro e contro tecnologie compensative

“L’ipotesi che le tecnologie informatiche possano essere utili per
favorire l’apprendimento degli alunni con DSA, pur essendo ovviamente molto sensata e contando già il sostegno di alcuni autori, potrebbe tuttavia indurre al rischio di pensare che la loro semplice adozione possa, al pari di un paio di occhiali o di una protesi acustica, risolvere il problema”.
Fogarolo e Tressoldi

I PRO E I CONTRO DELL'UTILIZZO DELLE 
NUOVE TECNOLOGIE CON I DSA

Negli ultimi anni la tecnologia sta cambiando i modelli tradizionali di insegnamento, tanto che possiamo dirci all'interno di quella che viene definita una vera e propria rivoluzione digitale, queste nuove tecnologie trovano un'efficace applicazione soprattutto nel campo delle disabilità o DSA fungendo da ottimi strumenti compensativi. 

Con «tecnologie compensative» ci si riferisce a un sistema di risorse per l’apprendimento scolastico basato sull’uso di computer, sintesi vocale, documenti digitali, ecc., come alternativa o integrazione, quotidiana e generalizzata, agli strumenti di studio tradizionali per compensare disturbi di lettura e/o di scrittura.

Molti autori sostengono che l'introduzione delle nuove tecnologie ha sicuramente cambiato in meglio il metodo di insegnamento e l'approccio di questi alunni con la scuola, rendedoli sicuramente più autonomi; nonostante ciò alcune voci fuori dal coro sottolineano l'importanza di discriminare le situazioni a seconda della gravità e soprattutto di quanto sia importante educare innanzitutto all'utilizzo di queste nuove tecnologie.


Autori come Fogarolo e Tressoldi sostengono infatti che la concezione di strumento tecnologico come strumento compensativo porti dentro sé il rischio di pensare che questi possano essere utilizzati al pari di strumenti compensativi per una vista o un udito non perfetti, come per esempio gli occhiali o le protesi acustiche.

Quello che i due autori vogliono sottolineare è che l’efficacia di questi strumenti è strettamente correlata alla capacità d’uso: non basta perciò assolutamente fornire computer e programmi, anche se di qualità, agli alunni con DSA, ma bisogna insegnare loro a utilizzarli in modo corretto e consapevole, monitorandone l’uso nel tempo.

Altro aspetto importante è che al contrario dei sostenitori delle nuove tecnologie, Fogarolo e Tressoldi dichiarano che la compensazione dei disturbi non può essere demandata solo alle tecnologie, ma vanno sempre valorizzate quando è possibile tutte le risorse disponibili, di ogni tipo: strategie mnemoniche, strategie per comprendere e ricordare a distanza quanto studiato, semplici strumenti non tecnologici, ecc; a questo proposito i due autori differenziano due tipi di disturbi: severo e lieve, se ci si trova di fronte ad un disturbo severo è impossibile individuare altri strumenti compensativi in grado di fornire una accettabile autonomia di studio e l’approccio alle tecnologie si rivela conveniente in tutti i casi. Se al contrario ci troviamo davanti ad un disturbo lieve per decidere se sia conveniente o no intraprendere un percorso di formazione basato sull’uso delle tecnologie con questi soggetti, bisogna verificare da un lato l’efficacia dei sistemi di compensazione non tecnologici già acquisiti e, dall’altra, il peso delle possibili controindicazioni.




In generale in questo caso si può affermare che con i più giovani risulta più conveniente l'utilizzo della tecnologia come strumento compensativo perché non ci sono ancora altri strumenti compensativi alternativi consolidati, mentre con i più grandi, il bilancio risulta più negativo in quanto il soggetto ha già acquisito e consolidato strategie alternative efficaci.
Occorre quindi confrontare quelli che sono vantaggi e svantaggi che derivano da un metodo di studio completamente diverso da quello dei compagni ed essere assolutamente certi che alla fine del percorso di addestramento all'uso delle nuove tecnologie i vantaggi superino enormemente gli svantaggi.

Infine secondo gli autori ci sono due condizioni necessarie senza le quali ritengono che le tecnologie compensative non possano essere efficaci, neppure alla conclusione di un completo percorso di addestramento: 

  1. Per utilizzare la sintesi vocale al fine di compensare le difficoltà di lettura, è indispensabile che in fase di valutazione diagnostica si verifichi la capacità di comprensione da ascolto, poiché l’utente non può cogliere il contenuto di un testo letto da una voce sintetica se non è in grado di comprenderne uno letto da una persona. La condizione non è ovviamente necessaria se la tecnologia è usata esclusivamente per compensare le difficoltà di scrittura.
  2. Se l’addestramento è necessario devono sussistere all’inizio del percorso le condizioni per impartirlo in modo efficace, tali quindi da far prevedere, con ragionevole certezza, il successo della formazione.
Consideriamo qui di seguito le condizioni di tipo personale e di tipo ambientale.

  • Condizioni personali: i problemi più frequenti riguardano carenze di motivazione e difficoltà di accettazione. Un minimo di motivazione è indispensabile per sostenere il percorso; se si riscontrano gravi carenze in questo campo, e gli interventi educativi di supporto si rivelano inefficaci, conviene attendere o soprassedere. Anche l’accettazione è indispensabile ma, se il problema deriva dal rifiuto per l’eccessiva visibilità del sistema e la paura di sentirsi diversi in senso negativo, si potrebbe iniziare limitandone l’uso solo allo studio individuale a casa.
  • Condizioni ambientali: deve essere possibile individuare almeno un adulto, a casa o a scuola, in grado di sostenere efficacemente l’addestramento iniziale. In questa fase inoltre non devono assolutamente sussistere su questo argomento, tra gli adulti di riferimento, situazioni di conflitto e conseguenti azioni di dissuasione o ostruzionismo, anche implicite. Va considerato che i vincoli di questo tipo possono essere ridotti, se non superati, con idonei interventi di tipo educativo e varie forme di supporto all’alunno, alla famiglia e alla scuola.



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